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Materie prime: l’oro fa registrare un’altra flessione
Che l’oro non sia più il bene rifugio di una volta è assodato. Infatti dopo una serie di previsioni altamente ottimistiche, adesso tutte le banche d’affari e tutti gli analisti che avevano dato l’OK ad una nuova vita del metallo prezioso, sono costretti a fare i conti con il presente e a ridimensionare le loro pretese.
L’oro, infatti, è entrato in una fase ribassista che allontana di molto le speranze di vederlo sfondare la resistenza dei 2000 dollari l’oncia. Non solo le sue quotazioni sono in ribasso ma l’oro perde quota anche molto velocemente. In cinque giorni di scambio, per esempio, ha perso il 15 per cento del suo valore e una flessione del genere non si registrava da almeno 30 anni.
Per questo motivo anche le banche centrali hanno iniziato a diversificare gli investimenti senza puntare più tanto sull’oro. Secondo un rapporto del World Gold Council, oggi, le riserve auree globali ammontano solo a 31964,8 tonnellate.
Questa situazione, secondo molti è imputabile al fatto che i governi in crisi pensano a come liquidare le loro riserve al fine di pagare i debiti accumulati in periodo di crisi. In più i partecipanti al mercato aurifero sono in netta flessione.
Tag: oro
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L’accordo Usa-Messico fa rallentare l’Oro
10 Giugno 2020 – 13:18
L’intesa raggiunta tra i due Paesi in materia di immigrazione per scongiurare nuovi dazi fa rallentare il prezzo dell’Oro, mentre il mercato si aspetta il taglio dei tassi dalla FED.
Il prezzo dell’Oro scivola pericolosamente verso il basso in queste ore, dopo l’annuncio di un accordo tra Stati Uniti e Messico in tema di immigrazione.
L’intesa dovrebbe scongiurare l’imposizione di nuovi dazi sulle importazioni dei beni messicani verso gli Usa ma ha dato un duro colpo alle quotazioni del metallo prezioso.
La speranza per l’Oro, ora, sta nelle prossime mosse della Federal Reserve: il mercato si aspetta un taglio dei tassi di interesse.
Perché il prezzo dell’Oro rallenta
Nell’ultima sessione, l’Oro aveva fatto registrare il picco degli ultimi 14 mesi, ma la settimana appena iniziata si apre con una scivolata per le quotazioni del metallo prezioso.
Il prezzo del bene rifugio per eccellenza sta perdendo intorno all’1% e al momento della scrittura si attesta a 1327,45 dollari l’oncia con una flessione dello 0,98%. Dell’1% calano anche i future sull’Oro Usa, fermi ora a 1332,1 dollari l’oncia.
Il rallentamento, come detto, è diretta conseguenza dell’accordo in tema di immigrazione raggiunto tra Stati Uniti e Messico che ha fatto fare un passo indietro a Trump sull’introduzione di nuovi dazi.
Scongiurate le minacce di nuove tariffe, torna un po’ di sereno sui mercati e quindi
“il mercato (dell’oro) sembra aver perso un po’ il suo fascino di rifugio sicuro”
ha commentato Ronald Leung, chief dealer presso Lee Cheong Gold Dealers di Hong Kong.
L’accordo Usa-Messico
Di recente, Trump aveva minacciato di voler introdurre nuovi dazi sull’export messicano negli Usa se non si fosse messo un freno all’ondata di immigrati clandestini in arrivo verso gli Stati Uniti.
Nelle ultime ore, però, la tensione si è smorzata grazie all’accordo tra i due Paesi che prevede maggiori controlli da parte del Messico sul territorio, mentre Washington potrà rimandare indietro quei migranti che negli Usa sono in attesa di richiesta d’asilo.
L’intesa, come detto, ha messo fine a una nuova guerra commerciale e ha destabilizzato il prezzo dell’Oro, portando gli investitori ad abbandonare i beni rifugio.
Cosa farà al FED
Intanto, il mercato ora ha gli occhi puntati sulle prossime mosse della FED, attendendosi un taglio dei tassi di interesse.
Una decisione del genere potrebbe essere spinta dai deboli dati sull’occupazione negli Stati Uniti di venerdì e dalle grigie previsioni sulll’infinita disputa commerciale tra Cina e Usa.
Un’azione sui tassi da parte della Federal Reserve, sostiene Leung, potrebbe essere positiva per il prezzo dell’Oro.
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